23/05/2025

Quante volte, alle prese col figlio adolescente, mi dico e mi ripeto che prima di parlare devo contare fino a…tanto? Più o meno tutti i giorni più volte al giorno.
Di solito non ne traggo effetti positivi, mi dimentico di contare ed esplodo senza manco il ticchettio da orologeria: deflagrazione istantanea.
Se poi la miccia si accende subito dopo aver staccato dal lavoro e senza aver avuto il silenzio e la distrazione del tragitto lavoro-casa (una delle brutture del lavoro agile) ecco che la deflagrazione dà vita a dei gran begli incendi.
Non so come mai, ma oggi è in corso l’incendio di Los Angeles 2.0.
Non c’è parola che mi venga rivolta che non mi faccia scattare il fastidio, l’insofferenza, la risposta tesa e il rimprovero.
Mi servirebbero venti minuti di nulla, di silenzio e calma ma questo tredicenne alto un metro e settantadue, che quando mi abbraccia, ormai, mi sovrasta quasi, oggi sembra non cogliere il mio disagio e come una pallina che rimbalza va e viene di continuo.
Potei andare fuori in giardino, ma diluvia e di bagnarmi non ne ho voglia.
Gliel'ho chiesto esplicitamente, ma dopo tre minuti si è ripresentato qui nel mio studio con una qualunque domanda.
Insomma privacy inesistente, in questi momenti in cui la solitudine sarebbe curativa.
Mi chiedo come abbiamo fatto a superare il lock down.  
E infatti non l’ho gestito benissimo: nei momenti peggiori mi mettevo a camminare intorno alla casa alla disperata, mi chiudevo in bagno per star da sola, bramavo l’uscita per andare a far la coda fuori dal supermercato, che tanto non si poteva toccare nessuno e con le mascherine ci si riconosceva a fatica.
Allora si che raggiungevo l’apice della settimana!

Love,
MC

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