in questi quasi 3 anni di blog ho letto, cliccato, commentato, pensato e scritto, trovato e conosciuto. i clic sui blog altrui vanno e vengono come la marea, come le mode. ci sono momenti in cui qualcuno ti appassiona più di un altro, sa attirarti, dice e non dice, sbandiera ai quattro venti (ma sono davvero solo quattro?) o lascia alla tua interpretazione, in attesa forse di un commento geniale per sbottonarsi del tutto. comunque vada, chiunque sia a scrivere, a un certo punto la conoscenza digitale si approfondisce. o ti sembra che questo accada. lo vedi in faccia se ha una foto pubblicata, ne conosci la città se lo dice, ne immagini i pensieri in base a quello che scrive; così dopo un po' quasi lo pensi e ti chiedi come avrà risolto, vissuto, detto.
poi, in un giorno come gli altri clicchi su suo link, nella tua lista di amici digitali e a quello che fino a ieri era il suo indirizzo, non corrisponde più niente, solo un messaggio: il blog è stato cancellato. e lì per lì ci rimani male, ri-clicchi, pensi che sarà la rete ad essersi ingrippata, mica può chiudere baracche e burattini così. invece no. ha chiuso baracca e burattini. adieu.
e da quel giorno non hai più gli occhi su quella finestra d'Italia che dà sul sud dell'Adriatico, giù in fondo, proprio là dove abita anche tuo cognato. maurizio s'è stufato, se n'è andato. chissà perchè!
poi, nel giro di pochissimo, il tutto svanisce. la tua sensazione di dispiacere, il tuo domandarsi perchè, finiscono e te ne dimentichi. così pensi che per quanto bella sia la rete e il blog, per quanto possa appassionare, stuzzicare, incuriosire, è e resta qualcosa di etereo. basta un clic e inizia, un altro clic uguale e contrario e finisce e il blog è stato cancellato. e allora prendi e cancelli il link, tanto un in più o uno in meno, che cambia? e mentre lo pensi ti senti un po' come i due guardiani notturni di The Truman Show, che cercano la guida tivvù quando lo show di Truman finisce.
i libri che leggo, i pensieri che mi scorrono nelle sinapsi, la mia vita vissuta e qualche vaneggiamento sulla realtà...
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6 commenti:
Cavoli, stavo pensando che fossi tu a chiudere baracca e burattini... fiù...
no, no....finchè avrò una connessione su questa terra, ci sarò.... :o)
Carissima e brava maria chiara, Il tema che affronti mi coinvolge a fondo. Ricordo che rimasi scioccato la prima volta che mi imbattei in una situazione come quella che descrivi. Mi pareva proprio che fosse morta una persona. Ho scritto molto su questo argomento proprio perché ne soffrivo: la persona amica che sparisce (stavo per dire muore) da un momento all'altro. Se hai tempo guarda qui:
http://penultimi.blogspot.com/2008/01/la-morte-virtuale.html
Ma scusa, tu sei mai stata su tiscali?
Mio Capitano - ho letto e pensato...trovi tutto sulle tue pagine!...e, no, non sono mai stata su tiscali!
Sì Maria Chiara,
è molto triste.L'accostamento con The Truman Show è azzecato e pertinente. Credo che noi ci identifichiamo con l'immagine della persona, anche una immagine virtuale (se vogliamo televisiva) come se l'autore e il conduttore fosse immortale. L'idea del morire, dello spegnimento, della sparizione ci spaventa, ci stupisce ci spiazza e rivela il nostro essere in-dialogo il nostro essere per l'altro ontologicamente. Come sosteneva Martin Buber "Lo scopo della relazione è la sua stessa essenza, ovvero il contatto con il Tu; poiché attraverso il contatto ogni Tu coglie un alito del Tu, cioè della vita eterna." Comunque ci sei e mi fa grande piacere. Un saluto grande
Emanuele di Alba
Si empatizza troppo, forse....a volte ci sforziamo di capire che internet e' virtuale, in fondo...nickname...foto vere??? e altro, ma poi viene fuori la vena sentimentale, molto reale ed umana, e ci e' difficile staccare...
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