26/05/2025

Oggi, 26 maggio 2025, ricorre il secondo anniversario dell’incidente d’auto in cui, mio malgrado, sono stata coinvolta.
Come ho già detto, mio malgrado, ma a pensarci bene, anche no.
Quel giorno mi si sono aperti gli occhi su certe cose, alcune veramente importanti, che non andavano nel mio vivere.
La facciata presa nell’airbag, anche se morbida e attutita, mi ha svegliata: dopo lo shock mi sono resa conto di tutto lo storto che avevo intorno.
Con il maritopreferito sempre più accanto, ho quindi aperto le finestre e creato un vortice tale di corrente che le nuvole dense e nere sotto cui stavo da tanto tempo, sono state spazzate via. 
Si è trattato di un vero e proprio uragano.
Ho sentito di nuovo di essere una persona intera, trasparente. Libera.
Quindi no, l’incidente non è stato una sciagura e il senso che gli attribuisco oggi, a due anni di distanza, è di gratitudine, perché non so se in sua assenza mi sarei svegliata così bene e così convinta di tornare me stessa.
Che strana la Vita!
 
Love,
MC

23/05/2025

Quante volte, alle prese col figlio adolescente, mi dico e mi ripeto che prima di parlare devo contare fino a…tanto? Più o meno tutti i giorni più volte al giorno.
Di solito non ne traggo effetti positivi, mi dimentico di contare ed esplodo senza manco il ticchettio da orologeria: deflagrazione istantanea.
Se poi la miccia si accende subito dopo aver staccato dal lavoro e senza aver avuto il silenzio e la distrazione del tragitto lavoro-casa (una delle brutture del lavoro agile) ecco che la deflagrazione dà vita a dei gran begli incendi.
Non so come mai, ma oggi è in corso l’incendio di Los Angeles 2.0.
Non c’è parola che mi venga rivolta che non mi faccia scattare il fastidio, l’insofferenza, la risposta tesa e il rimprovero.
Mi servirebbero venti minuti di nulla, di silenzio e calma ma questo tredicenne alto un metro e settantadue, che quando mi abbraccia, ormai, mi sovrasta quasi, oggi sembra non cogliere il mio disagio e come una pallina che rimbalza va e viene di continuo.
Potei andare fuori in giardino, ma diluvia e di bagnarmi non ne ho voglia.
Gliel'ho chiesto esplicitamente, ma dopo tre minuti si è ripresentato qui nel mio studio con una qualunque domanda.
Insomma privacy inesistente, in questi momenti in cui la solitudine sarebbe curativa.
Mi chiedo come abbiamo fatto a superare il lock down.  
E infatti non l’ho gestito benissimo: nei momenti peggiori mi mettevo a camminare intorno alla casa alla disperata, mi chiudevo in bagno per star da sola, bramavo l’uscita per andare a far la coda fuori dal supermercato, che tanto non si poteva toccare nessuno e con le mascherine ci si riconosceva a fatica.
Allora si che raggiungevo l’apice della settimana!

Love,
MC

07/02/2025

PAURE

 Sono giorni che ci penso ma poi mi fermo, o forse nemmeno parto, e torno indietro, lascio perdere, desisto, rinuncio e faccio altro. 
Sono giorni che penso che è tanto che non scrivo pur pensando di avere qualcosa da dire. Ma poi non scrivo.
Qualcosa da dire a chi, poi? 
Ottima domanda. Ai posteri, forse, ignoti posteri che per qualche volo pindarico dovessero capitare qua sopra chissà quando. 

Questo non quotidiano diario digitale arranca e se certe cose sono il riflesso di quello che siamo in quel momento, allora sto arrancando anche io. 
In qualche modo, su più fronti, sto arrancando. Ma dando un colpo al cerchio e uno alla botte, vado avanti.

Scioccata davanti agli eventi del mondo, ironica per non soccombere, arrabbiata negli scontri con la realtà ma soprattutto impaurita per quel che sarà di questi adolescenti disorientati e vittime di loro stessi, dei vortici che creano con le loro mani e dentro cui si tuffano per cameratismo, nonostante i salvagente che i genitori lanciano e rilanciano. 
Volersi affogare insieme nel torbido dei conflitti del gruppo fa parte della vita a dodici anni, del crescere mettendosi alla prova, per misurarsi e capire se quello che senti dire a casa è vero o no, se c'è da fidarsi o no, ma tant'è un genitore non può pensare di dire, per proteggere, e ottenere sempre. A volte deve parlare e poi assistere stando zitto. Lasciar fare: anche questo è educare.

Ricordo che ci sono passata anche io, attraverso la melma dei dodici anni, ma non avevo il telefonino in tasca e il maledetto gruppo whatsapp della classe sempre attivo -e i miei genitori a loro volta senza quello fottutissimo dei genitori della classe- quindi per forza la mia adolescenza è stata più facile e gestibile, per tutti.

Cosa verrà fuori da questi ragazzi non ne ho idea, ma se leggo quello che leggo sulle malefiche chat di cui sopra, Signore pietà. 

Love,
MC

24/01/2025

A CONFRONTO

 Leggere contemporaneamente Il Dio dei nostri padri di Aldo Cazzullo e E' solo una storia d'amore di Anna Premoli suscita anche in me più di qualche dubbio.
Dal sacro al profano in un attimo, in zero centimetri di distanza che li separano da posati uno sopra l'altro sul comodino accanto al letto - ma uno è in ebook e l'altro in cartaceo. 
Vado alle riflessioni sulle origini della fede cristiana, alla storia romantica a tratti scontata ambientata nella NYC del 2016. 
Forse uno svuota testa per prendere sonno il secondo, e un libro decisamente interessante per godermi in pace il mio momento di lettura pomeridiana o mattutina a seconda del tempo a disposizione, il primo.
Ammiro molto Aldo Cazzullo e il suo scrivere liscio e fluente. Sembra di capire tutto e mi fa sentire intelligente e dotata di una caratura intellettuale elevata. 
E poi sembra di sentirlo leggere quelle pagine: ho così bene in mente la sua voce da Una giornata particolare, che riesco a percepire anche quel piccolo difetto di pronuncia che ha. 
Ho dei problemi?
Probabile.
Di certo non so perché io continui a comprare romanzi rosa a tre euro e novantanove, quando ho l'ebook pieno di libri vari non ancora letti, visto che mentre li sto leggendo, spesso, storco io stessa il naso perché tanto intuisco già come andrà a finire. Bah.
Sarebbe da farci una seduta di psicoterapia sopra.

Il maritopreferito da ieri pomeriggio è knock-out a letto con l'influenza, oscillando dai 38.6 ai 37.2, a seconda del momento dell' efficacia del brufen. 
Non so se sperare di prendermela anche io o no, almeno mi riposo, per quanto pare che sia un'influenza che stende morti, quindi poco riposo sarebbe ma solo una grande rottura di scatole. 
Vado avanti a tener su da sola casa e lavoro e prole e marito malato e tutte le varie ed eventuali non citati.

Love,
MC 

31/12/2024

RIFLESSIONI

Il fatto che, dopo sei ore di lavoro agile (in tuta di pile e ciabatte, ma pur sempre lavoro) provi una certa, intrinseca soddisfazione nello svuotare l'asciugatrice, piegare e sistemare le varie mutande magliette calzini pigiami che ha essiccato, significa che sto invecchiando precocemente? O sono diventata così zen da trovare felicità nelle piccole microscopiche cose?
O, piuttosto, si stanno aggravando le mie nevrosi ossessivo compulsive dell'avere, così, almeno una parte di cose sotto controllo?
Io opto un po' per una e un po' per l'altra: un meraviglioso, democratico, cerchiobottista cinquanta per cento. Dire sto invecchiando precocemente non piace a nessuno, manco a me.

E buon 2025.

Love,
MC

BEST YEAR EVER

 L'altro giorno, dopo aver segnato il quarantottesimo libro letto nel 2024, sono tornata indietro con le pagine del mio quadernino e ho notato che questo in conclusione, è stato l'anno in assoluto migliore, per me, riguardo alla lettura, dal 2013 in poi. Non avevo mai letto quarantotto libri in un anno: quasi un libro a settimana. Non male, direi niente male davvero. Nel 2016 avevo raggiunto quota quarantasei, questa volta ho fatto meglio.

Parliamo di libri di varia natura: dai gialli di Agatha Christie, ai rosa di Felicia Kingsley, ai romanzi di Ken Follett, ai saggi di Beppe Severgnini, ai riflessivi di Aldo Cazzullo, ai fantasy di Sarah J. Maas. Insomma, vari ed eventuali scelti secondo quanto avevo letto subito prima o quanto era affaticata la mia mente da tutto il resto della vita in generale: la lettura come terapia -da sempre. Toglietemi i libri e l'ebook, e diventerò matta: un'annoiata, irritabile donna, persa per il mondo. Regalatemi libri o carte regalo da spendere in libreria, e mi farete felice.

Un'attività iniziata negli ultimi tempi e che vorrei far diventare abituale è l'eliminazione di ciò che non mi serve veramente, che sia abbigliamento (se ancora utilizzabile, regalo) bigiotteria o makeup. Quest'ultimo, in particolare, sta diventando via via sempre più basico ed essenziale, voglio tenere solo le cose che effettivamente utilizzo e usare le cose che già ho, evitando di acquistarne di altre, solitamente simili ad altre già presenti. Vorrei limitare gli sprechi di soldi e di materiali. Considerando anche il piacere intrinseco del terminare un prodotto, ne guadagniamo tutti: le mie tasche e l'ambiente.

Voglio proprio portare questo cambiamento nel 2025, farlo diventare una regola, una routine ciclica, per non perderne l'attenzione tra la corrente della vita quotidiana.

Non so bene come ho messo giù questi miei pensieri in questo ultimo dell'anno, forse è qualcosa di sconclusionato...

Ho letto una frase interessante, e a mio avviso molto sensata, scrollando l'Instagram oggi, il cui senso era pressappoco questo: non vi faccio gli auguri di buon anno, ma che abbiate la forza di affrontare ciò che verrà, qualunque cosa sarà.

Lo definirei il miglior augurio di sempre; semplice ma non scontato.

Love,
MC

04/12/2024

IO NON LO SO

Io non lo so se è così per tutti i genitori o se ci sono dei fortunati esenti dal mondo incomprensibile dei dodicenni di oggi. Io mi sento del tutto incapace di trovare un canale di comunicazione con nostro figlio: se parlo, mamma che palle, sempre a dire le stesse cose, se dico qualcosa (cose basiche, sia chiaro, tipo lavarsi i denti o la faccia, mettere in ordine la camera, portare i vestiti sporchi nella cesta in bagno) le cose non vengono fatte. 
E, soprattutto, quando parlo il messaggio che mi arriva di rimando dall'altra parte è di completa sordità al contenuto trasmesso, dimostrato sia con smorfie che tirerebbero sberle fuori dalle mani, sia con attenzione rivolta completamente altrove, senza il benché minimo tentativo di cammuffare la cosa.
 
Qual è il trucco per farsi ascoltare da questi belinoni? -qui il genovese ci sta a pennello, è educato ma chiaro, indiscutibile, inattaccabile.
Perché se c'è un trucco, spiegatemelo per favore.
Il maritopreferito mi scoraggia quando a volte provo a percorrere la strada dello sciopero della parola, a meno di dialoghi essenziali fatti di chiacchiere insulse, ma siamo proprio sicuri che ogni tanto non faccia bene, non serva al minorenne e a questa madre esausta, un po' di ma che me frega, arrangiati?
Perché mica lo so se non può avere qualche effetto inaspettato, eh?

Love,
MC

03/12/2024

DI UOMINI FUORI CANONE

 Rocco Schiavone, ovvero Marco Giallini. Ne vogliamo parlare?
Mi sto rivedendo la serie completa su Raiplay (più o meno l'unica cosa buona della Rai) quando voglio riposare la testa senza leggere il libro del momento, accorgendomi che Marco Giallini è proprio un uomo di gran fascino. Non rientra nella mia idea di bellezza maschile, eppure mi piace. Punto.
Sarà per il personaggio, sarà per la voce bassa e profonda che sfodera magistralmente quando parla, sarà per questi e tanti altri motivi messi insieme, ma a me piace e non ci posso fare niente. 
E poi è proprio un grande attore, è uno vero. 
Anzi, è un attore che porta in scena la realtà così com'è e come lui la vive: la scena rispecchia la realtà, la realtà si fonde con la scena con armonia e fluidità meravigliose, senza soluzione di continuità. 

C'è un altro uomo che che nella realtà non mi stuzzicherebbe ma che da dietro uno schermo invece sì: Ibrahimovic. 
Non mi è molto simpatico (anche se è più simpatico di Ronaldo, completamente indigesto, da sempre e sotto qualunque aspetto) ed esteticamente è una bestia, un rude, eppure mi piace. 
Ricordo di averlo notato la prima volta vedendo questo spot anni fa, nella mezz'ora di pubblicità che propinano al cinema prima del film e anche qui, vuoi per le immagini e il sonoro dello spot, qualcosa mi ha colpito.

Non saprei dire se fuori dallo schermo e dal campo di calcio entrambi mi farebbero lo stesso effetto, forse Giallini sì e Ibrahimovic no, a occhio, ma per ora è quanto e lo constato col sorriso perché il maritopreferito è l'opposto di entrambi, per cui capisco anche perché la vita va in certi modi e non in altri, e come mai non mi sentirei a mio agio in un ambiente diverso da quello in cui sono nata e cresciuta.

la canzone del giorno è Only love can hurt like this di Paloma Faith: una bianca con la voce da nera.

Love,
MC

15/11/2024

COLONNE SONORE

 In questi giorni ho in testa e su Spotify un po' di canzoni, italiane e straniere, più o meno recenti.

Always in my head dei Coldplay, a cui non si può proprio dir niente. C'è tutto: sentimento, sonorità pop, voce, e sogno. Non c'è proprio niente da dichiarare in merito, parla da sola e Chris Martin parla a noi.

Recovery di LP, riscoperta qualche settimana fa un po' per caso; l'ho subito inserita nella playlist di Spotify. C'è da star male, e anche se lei mi sta un po' antipatica nei modi, ha una voce meravigliosa e la canzone è proprio bella: struggente, disperata. Da star male, appunto. E anche lei non sta molto bene, visto che, dice, è in ripresa da una mazzata sentimentale. Non mi pare ma crediamole.

Forgiveness di Elisa. Sono anni che questo brano è sul podio della mia personale classifica, pieno della voce che conosciamo (in questa versione live sembra registrato in studio e invece è dal vivo, gente. E' lei che anche dal vivo sembra un disco inciso) per la quale non servono definizioni. 
Ma perdoniamoci, è l'unica cosa di cui abbiamo bisogno, sempre e ovunque. In amore soprattutto.

Find Love di NLX. Vecchia conoscenza dal telefilm Brothers and Sisters, mi è ricapitata anche questa sotto mano recentemente. Non siamo ai piani di Elisa o dei Coldplay o LP, ma si lascia ascoltare. 
Penso che mi piaccia soprattutto perché associata a una certa sequenza del telefilm che ho molto amato -e che ho rivisto più volte. Senza quella scena, non avrei nemmeno saputo dell'esistenza di NLX e di questa canzone. 
A volte basta un film, una scena, o anche una pubblicità in televisione.

Viceversa di Francesco Gabbani. C'è tutto. 
Dico solo che ad aprile 2025 torno a vederlo in concerto a Roma, dopo l'esaltazione del concerto dell'ottobre 2022. 
Quant'è bono.

Niente panico di Ghali. Questa è decisamente la canzone del mio autunno 2024. L'avrò ascoltata 100 volte e anche se chi canta sempre e solo con l'autotune acceso, tipo lui, solitamente mi sia fastidioso alle orecchie e spesso anche alla vista, qui mi sciolgo. E non c'è fastidio né alle orecchie né alla vista.
Non so se è il mischiare trap pop e Dio che mi scuote, fatto sta che è una canzone ispirata. 
Dagli eventi personali sicuramente, da qualcosa che lo smuove dentro profondamente, ed ecco qui, questo gioiellino.

Thunderclouds di LSD (Sia, Diplo, Labirinth) 
Brano sentito in una storia di Instagram, ha attirato la mia attenzione per il mischione di stili che ci sento dentro -parlo da ignorante in musica come critica, sia chiaro. Trovo ritmi anni '60 e sonorità del passato e mi piace questo scambio continuo tra voce femminile e maschile con coro. 
Lei pronuncia le parole che o hai il testo sotto o senti solo vocali e consonanti lanciate senza capirci una mazza ma, ripeto, ha un qualcosa di magnetico che mi fa cliccare su replay quando passa sul pc.

Sto aspettando che 30 mq di parquet si asciughino per poi provare a distendere un po' i muscoli della schiena, mezza bloccata da ieri mattina: sarà che ho esagerato con l'allenamento di mercoledì?

Love,
MC

12/11/2024

CAMBIO DI INDENTITA'

 questo cambiamento di titolo e di url mi fa sentire come se fossi nuova sulla rete e una persona diversa. nuova, appunto, ma non solo qui on line.
Sentivo il bisogno di ricominciare in un altro modo, sotto mentite spoglie, resettare qualcosa -o tanto.
Sembra essere tornata la voglia di ritagliarmi del tempo per scrivere e nel farlo voglio anche rinnovare, potando quanto di vecchio e secco c'era qui sopra.
Voglio essere introvabile? Forse, il che per un diario digitale lanciato nella rete, è una contraddizione completa, un totally nonsense, ma a me va così adesso, e non c'è niente che mi faccia pensare di aver fatto male o di dover tornare indietro.
E perché, poi? Per qualche decina di lettori? No no, sono già oltre questa mentalità. Da metà luglio ho anche schiacciato il taso "esci" dal mio profilo Facebook per disintossicarmi, da quel momento ci sono tornata un paio di volte per recuperare qualche foto, ma non ho mai sentito la voglia di fermarmi un minuto di più a vedere cosa era successo nel frattempo. 
La qual cosa, secondo me, potrebbe essere interessante. dopo tredici anni di presenza continuativa, improvvisamente ho chiuso e basta. Non è detto che non elimini il profilo una volta per tutte.
A me dei like e delle psicocazzate pubblicate da certa gente, messe lì per sentirsi dire "bravo" con un pollice in su, proprio non importa un emerito. Sul serio. 
E poi di questi tempi mi sono accorta di quanto viva molto ma molto più serenamente senza scrollare continuamente la bacheca per vedere, di fatto, il nulla. 
Prediligo Instagram, che parla o tramite spezzoni di trasmissioni televisive che apprezzo, o tramite foto, spesso con musica di sottofondo, di persone che seguo e che mi raccontano della loro vita attraverso le foto che fanno. 
meno parole e più spazi del mondo da osservare -o piatti da mangiare, non importa!

Love,
MC

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